Negli U.S.A. le libertà individuali sono protette in maniera più drastica che da noi in Europa. Basti pensare al famoso II emendamento della Costituzione che riconosce a tutti il diritto di portare armi.
Il diritto alla salute là è concepito come un bene personale e assolutamente inviolabile.
Per molti americani il fatto che lo stato pretenda di assistere obbligatoriamente la salute dei cittadini viene considerato addirittura una violazione della libertà personale. Da qui le difficoltà di introdurre la copertura assicurativa sanitaria obbligatoria e le accuse addirittura di “comunismo” a chi vuole che lo Stato si faccia carico obbligatoriamente della salute di tutti i cittadini.
La Costituzione italiana invece dice cose parecchio diverse: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività…” (art. 32)
Pertanto la tutela della salute da noi deve (o dovrebbe !) interessare tutti, sia i privati, sia le Istituzioni (gli Enti locali e lo Stato).
Più volte abbiamo richiamato l’attenzione sul fatto che per stare bene è necessario che ciascuno faccia il suo dovere.
Per questo si è scritto che non si deve bruciare la plastica o la spazzatura, che si deve denunciare chi lo fa, che gli enti locali devono essere inflessibili e punire severamente chi fa queste cose. Per questo abbiamo insistito sulla prevenzione (alimentazione, screening).
Per questo dobbiamo tutelare come e più di casa nostra l’ambiente.
Per questo il trasferimento del distretto di Angri in spazi idonei non è solo problema dell’ASL, ma del Comune, dell’ASL e di ciascun singolo cittadino, specie di chi può avere più bisogno di cure, controlli e prevenzione.
Perché, in tutti questi casi, si tratta di un interesse personale (la salute), ma anche collettivo, cioè il benessere e la ricchezza della collettività. Per molti non “addetti ai lavori” sarà un colpo di scena scoprire che in Italia si spende per la salute poco più del 9 percento del P.I.L. (della ricchezza totale della Nazione) mentre negli Stati Uniti si spende più del 14 %. Insomma pare che il nostro sistema, pur con tutti i difetti, sia di gran lunga meno dispendioso.
E i risultati ? Dipende. Se sei ricchissimo puoi farti curare da chi vuoi e dove vuoi. E che ci vuole ? Per curare un tumore della mammella o per curarsi e riabilitarsi dopo un ictus bastano diverse decine di migliaia di dollari.
Se no, pare che i risultati conseguiti siano più favorevoli ai sistemi europei. Subito un esempio: trasaliamo al pensiero che in U.S.A. un bianco con la laurea vive mediamente quindici anni in più di un nero con il minimo livello di istruzione.
Qui da noi l’aspettativa di vita non è ancora drammaticamente condizionata dalla ricchezza. Dico “non ancora” perché non so se vogliamo, ad Angri come in Italia, continuare a seguire l’articolo 32 della Costituzione, o ci vogliamo mettere a fare gli “americani”. Tutti i Sistemi prevedono forme di solidarietà per i meno fortunati.
L’istituto dell’invalidità civile ad esempio è riservato fondamentalmente a coloro che a causa di malattia non possono accedere o non accedono facilmente al lavoro. Sono previsti vari benefici in funzione dei “punteggi” ottenuti. Il minimo è 34 % e da diritto solo a protesi (es. apparecchio acustico). Dal 46 in poi si accede al collocamento mirato. Dal 67 ad agevolazioni ticket. Dal 74 ad un assegno economico, purché non si superi un dato reddito. I punteggi maggiori “incorporano” i benefici dei punteggi minori. L’istituto dell’accompagnamento è previsto solo per chi non è autosufficiente.
La domanda si presenta tramite un certificato medico “on line” e la fase amministrativa è organizzata dall’INPS, mentre le visite sono fatte dalle commissioni ASL.
Ad Angri i tempi di attesa sono di circa un mese (il minimo indispensabile per preparare i documenti ed organizzarsi), a meno che non si abbia una patologia tumorale in atto: in questo caso si viene visitati massimo entro due settimane. Il martedì mattina ad Angri e il venerdì mattina a Scafati si può parlare senza prenotazione con il medico legale per avere tutte le spiegazioni possibili in materia.
Pino D’Ammora
(dal numero di Settembre 2013)