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    Sant’Egidio del Monte Albino

    Sulla questione territoriale che alla fine del secondo decennio del Novecento stravolse i confini angresi molto si è scritto, detto e promosso, anche sul piano politico, nei decenni passati. E sul numero di aprile del 2014 di ANGRI80 è presente una dettagliata cronistoria della questione, a firma del compianto Gaetano Marra, che ben evidenzia tutti i fatti accaduti.
    E’ ormai solo un ricordo dei nostri nonni che, con l’istituzione del comune di Pompei, vennero ridisegnati i confini comunali con la perdita delle fertilissime terre delle contrada Bagni, passata nella giurisdizione di Scafati, e l’aggregazione del comune di Sant’Egidio del Monte Albino ad Angri, per compensare la perdita dei Bagni. Tuttavia, pochi ricordano che nel marzo del 1946 Sant’Egidio riacquisì la sua autonomia amministrativa e il territorio comunale venne ulteriormente ridotto negli attuali confini.
    Recentemente, è stato rinvenuto un documento del 23 gennaio 1946 che, verosimilmente, ha fatto poi propendere per la promulgazione del Decreto del 22 marzo dello stesso anno, con cui venne sancita la riacquisita autonomia di Sant’Egidio. Si tratta di un dattiloscritto, a firma di un non bene identificato COMITATO DI AGITAZIONE composto da una variegata compagine politica, che con fermezza, ma con toni decisamente democratici, denuncia lo stato di fatto in cui versava l’abitato in quel periodo, chiedendo la ratifica dell’autonomia.

    Giancarlo FORINO
    Associazione PanacèA

    Il documento a firma del Comitato di Agitazione di Sant’Egidio del Monte Albino

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