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    Politica a comando

    Egregio direttore,
    le cronache ci raccontano di accadimenti poco rassicuranti che riguardano l’attuale amministrazione comunale. Il riferimento è ancora una volta alla vicenda Soget e all’affidamento diretto di cui ha beneficiato per censire gli immobili e recuperare l’evasione fiscale Tarsu e Ici).
    Certo, gli incidenti di percorso possono accadere a chiunque e quindi prima di assumere atteggiamenti censori è bene attendere che la luce diradi completamente le ombre. La questione è delicata e richiede prudenza nel formulare giudizi che potrebbero essere affrettati e quindi errati. La città, i suoi abitanti, le associazioni, i partiti (o ciò che di essi resta) paiono comunque disinteressati alla vicenda, distaccati, abulici.
    Un comportamento in fin dei conti naturale considerato che in democrazia la delega acritica ha sostituito completamente la partecipazaione attiva. Anche il Consiglio comunale è ormai di fatto svuotato della sua essenza. È diventato esclusivamente un organo deliberativo all’interno del quale il dibattito ha ceduto supinamente il posto all’alzata di mano.
    Questo è il quadro, questo il contesto. I labili equilibri, poi, che garantiscono ancora un rapporto fiduciario tra corpo politico (giunta e consiglio) e comparto amministrativo (burocrazia comunale) potrebbero però incepparsi causando un corto circuito dagli esiti ancora imprevedibili. Insomma, la durata dell’esecutivo cittadino, mai come questa volta, potrebbe dipendere da quanto accadrà in seno alla macchina amministrativa e ai futuri rapporti tra la burocrazia e la politica. Per rendere un’idea, si pensi che in tre anni si sono avvicendati sulla “calda” poltrona della Ragioneria comunale ben quattro dirigenti.
    Un’evidente anomalia dalle motivazioni mai esplicitate, ma facilmente intuibili. Risulta, pertanto, pienamente attuale un pensiero del mai dimenticato filosofo napoletano Benedetto Croce che già nel 1931, nella sua opera “Etica e politica”, scriveva: “Non vi è niente di più sciocco e noioso dei discorsi che si fanno, si son sempre fatti e sempre si faranno col censurare l’andamento delle pubbliche amministrazioni e notare negligenze, oziosità, falsità, imbrogli, ruberie, viltà, per concludere che le cose vanno male e anzi che il mondo peggiora e corre alla rovina”.
    È vero, si dicono sempre le stesse cose e si fanno sempre i medesimi discorsi a conferma di come spesso il tempo sembra non trascorrere mai, pur passando terribilmente in fretta.

    Pippo dell Corte

    (dal numero di Settembre 2013)

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