Dagli appunti di storia del Canonico Assistente della Collegiata di San Giovanni Battista Pasquale Pannone si legge che … all’avvento al trono di Francesco II, gli angresi si apprestavano a festeggiare l’avvenimento col suonare a distesa la maggiore campana della chiesa di S.Giovanni, ma… al primo tocco la campana si ruppe! Fu quello l’infausto presagio per il destino del giovane re e gli angresi ne aspettarono perplessi l’epilogo fatale. E questo venne; Garibaldi attraversò trionfante la nostra contrada e in Angri vi furono dimostrazioni e controdimostrazioni fra i borbonici e i nazionalisti. I soliti profittatori d’ogni nuovo governo invasero la casa Abbaziale col pretesto che l’Abate Tortora tenesse per i Borboni; l’Abate fuggì riparando a Napoli, e la sua casa in Angri fu saccheggiata, i familiari malmenati, e libri e mobilia e immagini sacre furono precipitate dalle finestre e date alle fiamme sulla piazza sottostante.
Vero era che l’Abate Tortora, insieme ai due fratelli canonici Andrea e Pietro e gran parte del clero, non vedeva di buon occhio i piemontesi a causa della loro aperta politica anticlericale, ma la scintilla che fece scoppiare i tumulti sembra sia stato il rifiuto dell’Abate di recitare il Te Deum nella circostanza. A seguito di tali fatti, il Tortora riparò a Napoli e fino alla sua morte, avvenuta il mese di gennaio 1899, non rientrò più ad Angri. Durante questo lungo periodo fu sostituito dal Canonico Curato Paolo Gargiulo che fu creato Abate e gli successe a tutti gli effetti nel 1891.
Tuttavia, i fratelli Tortora cercarono di far valere i propri diritti sulle prebende delle rispettive cariche ricorrendo al tribunale; difatti, nel volume Raccolta di regiudicate romane e straniere degli anni 1864-’65 pubblicato a Roma, a pagina 596 si legge del ricorso presentato per ottenere gli emolumenti previsti dalle rispettive cariche, che fu parzialmente accolto, come si legge dall’estratto della sentenza consultabile all’indirizzo internet http://www.panaceart.it/joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=443:lunita-ditalia-e-il-caso-dellabate-tortora&catid=103:spigolature-angresi-dellottocento&Itemid=113
Giancarlo Forino
Associazione PanacèA
--Ufficiale dell'Esercito di origine angrese, Giancarlo Forino risiede a Roma. Il Presidente Giorgio Napolitano lo ha insignito del titolo di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana (2006) e della Medaglia Mauriziana al Merito per dieci lustri di carriera militare (2013). Per la ricerca storica la Presidenza del Consiglio dei Ministri gli ha conferito il Premio Cultura per la Sezione STORIA LOCALE (2000) e la Giunta Comunale presieduta dal dottor Giuseppe La Mura lo ha insignito della Cittadinanza Onoraria di Angri (2006). E' uno dei fondatori dell'Associazione ONLUS PanacèA. Oltre a varie iniziative editoriali realizzate a Roma, collabora da decenni con la testata ANGRI80; ha pubblicato vari libri e saggi per conto del Centro Iniziative Culturali di Angri e dell'Associazione PanacèA. Dopo la prima e la seconda edizione del volume Angri, la Storia – i Monumenti – le Eccellenze – gli Angresi (dicembre 2020 e novembre 2021), curata insieme al dott. Luigi d’Antuono, ha dato alle stampe il libro San Giovanni e Angri, affrontando alcune tematiche già presenti sulla sua precedente opera Angri e il suo Patrono San Giovanni Battista (1997) successivamente approfondite in questi ultimi 25 anni.