I toponimi e i luoghi di culto dedicati a San Giovanni Battista sono molto diffusi in tutto il mondo; prova ne è la venerazione del Santo anche da parte dei mussulmani.
Il territorio dell’antica città di Pontecorvo, in provincia di Frosinone, le cui tracce più remote della presenza dell’uomo risalgono al Neolitico, confina con un piccolo paese, di poco più di 3.000 abitanti, dal titolo “San Giovanni Incarico” dove, neanche a parlarne, il Precursore è patrono.
Ora, al di là delle vicissitudini storiche di quei territori e sui motivi che potrebbero aver determinato la scelta dei nomi per questi due comuni, è singolare apprendere che proprio una delle tradizioni più radicate di Pontecorvo e delle zone limitrofe, è il mito della prima e unica apparizione miracolosa del Battista nel corso dei secoli.
Secondo i pontecorvesi, ogni seconda domenica di maggio (da notare che non si tratta di una data fissa, ma mobile e che coincide con la festa della mamma), si celebra un evento accaduto tradizionalmente il 14 aprile 1137 al contadino Giovanni Mele, intento a zappare un terreno situato sulla sponda sinistra del fiume Liri, che attraversa appunto, il territorio di Pontecorvo.
Mentre il contadino era dedito al suo faticoso lavoro, il demonio gli apparve, in raffinate sembianze, sulla sponda destra del fiume, invitandolo a raggiungerlo a nuoto per offrirgli una borsa, o un vaso d’argento, ricolmi di monete. Il contadino, abbagliato da tanta ricchezza e pensando di porre fine alla sua misera vita, si lanciò in acqua per raggiungere l’altra sponda; ma, mentre era a metà del guado, iniziò ad annaspare e quando il demonio stava per prendere la sua anima, Giovanni invocò il Battista per essere salvato. Allora, apparve il Santo che afferrò per una mano il contadino e lo trasse in salvo.
Non ci è dato di sapere se dopo il salvataggio San Giovanni, che le Sacre Scritture dipingono univocamente come “uno che non le mandava a dire”, avesse redarguito il malcapitato contadino, ma da quell’evento scaturì l’epiteto a tutti noto CAMELE, per indicare appunto il carattere credulone, incauto e ingenuo di una persona, derivato nel parlato comune per contrazione del nome Giovanni Mele!
Insomma, il nostro Patrono non smette mai di indicare quale sia la “retta via” da seguire e di ricordare la continua necessità di “convertirsi”, per evitare di farsi appellare …. CAMELE!
Giancarlo Forino
Associazione PanacèA
--Ufficiale dell'Esercito di origine angrese, Giancarlo Forino risiede a Roma. Il Presidente Giorgio Napolitano lo ha insignito del titolo di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana (2006) e della Medaglia Mauriziana al Merito per dieci lustri di carriera militare (2013). Per la ricerca storica la Presidenza del Consiglio dei Ministri gli ha conferito il Premio Cultura per la Sezione STORIA LOCALE (2000) e la Giunta Comunale presieduta dal dottor Giuseppe La Mura lo ha insignito della Cittadinanza Onoraria di Angri (2006). E' uno dei fondatori dell'Associazione ONLUS PanacèA. Oltre a varie iniziative editoriali realizzate a Roma, collabora da decenni con la testata ANGRI80; ha pubblicato vari libri e saggi per conto del Centro Iniziative Culturali di Angri e dell'Associazione PanacèA. Dopo la prima e la seconda edizione del volume Angri, la Storia – i Monumenti – le Eccellenze – gli Angresi (dicembre 2020 e novembre 2021), curata insieme al dott. Luigi d’Antuono, ha dato alle stampe il libro San Giovanni e Angri, affrontando alcune tematiche già presenti sulla sua precedente opera Angri e il suo Patrono San Giovanni Battista (1997) successivamente approfondite in questi ultimi 25 anni.