L’Archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito custodisce un faldone con il carteggio intercorso fra gli Enti militari di stanza a Napoli, Caserta, Portici e Torre del Greco, le Autorità Civili e il responsabile dell’Osservatorio Vesuviano che documenta l’eruzione del Vesuvio avvenuta nel mese di dicembre del 1861.
Nello specifico, in quelle carte si trovano descritti i danni patiti dalla popolazione e dall’abitato di Torre del Greco e i provvedimenti adottati dalle citate Autorità per far fronte all’emergenza.
Ferrovia e strade completamente interrotte per giorni; case crollate e continui fenomeni tellurici, alcuni dei quali anche accompagnati da fuoriuscita di gas venefici; mare ritiratosi per decine di metri e microeruzioni marine, fuga in massa dalla città; questo è il quadro in cui residenti e piemontesi, da poco giunti dal nord, si trovarono a vivere e a dover fronteggiare.
Addirittura gli Ufficiali di due reparti di stanza a Caserta promossero delle sottoscrizioni per sostenere la popolazione così duramente colpita.
Anche se le carte non ne fanno diretta menzione, è verosimile ritenere che tutta la piana –Angri compreso- furono investiti da questa ricorrente calamità naturale; prova indiretta ne è una lettera del 6° Comando Generale di Napoli indirizzata al Comando Marittimo Meridionale con cui si chiedeva la disponibilità di un piroscafo per effettuare un collegamento sostitutivo da Napoli a Castellammare per mantenere i collegamenti con la Calabria e la Basilicata.
Ma, oltre l’importanza intrinseca sul piano documentale di tale carteggio, peraltro inedito, leggendo questi scritti appare in maniera inequivocabile il diffuso senso patriottico dei vari “attori” di fronte ad un evento naturale del tutto imprevedibile e con scarsissime possibilità di contrastarlo adeguatamente. E questo in un quadro sociale molto turbolento a poco più di un anno dall’annessione del Regno delle Due Sicilie allo stato Sabaudo e nell’imminente esplosione del fenomeno del brigantaggio politico, che venne contrastato con provvedimenti eccezionali come lo stato d’assedio.
Per la lettura integrale di tali documenti, si rimanda alla pagina internet http://www.panaceart.it/joomla/sussidi/79-curiosita-darchivio/585-leruzione-del-vesuvio-del-1861.html
Giancarlo Forino
Associazione PanacèA
--Ufficiale dell'Esercito di origine angrese, Giancarlo Forino risiede a Roma. Il Presidente Giorgio Napolitano lo ha insignito del titolo di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana (2006) e della Medaglia Mauriziana al Merito per dieci lustri di carriera militare (2013). Per la ricerca storica la Presidenza del Consiglio dei Ministri gli ha conferito il Premio Cultura per la Sezione STORIA LOCALE (2000) e la Giunta Comunale presieduta dal dottor Giuseppe La Mura lo ha insignito della Cittadinanza Onoraria di Angri (2006). E' uno dei fondatori dell'Associazione ONLUS PanacèA. Oltre a varie iniziative editoriali realizzate a Roma, collabora da decenni con la testata ANGRI80; ha pubblicato vari libri e saggi per conto del Centro Iniziative Culturali di Angri e dell'Associazione PanacèA. Dopo la prima e la seconda edizione del volume Angri, la Storia – i Monumenti – le Eccellenze – gli Angresi (dicembre 2020 e novembre 2021), curata insieme al dott. Luigi d’Antuono, ha dato alle stampe il libro San Giovanni e Angri, affrontando alcune tematiche già presenti sulla sua precedente opera Angri e il suo Patrono San Giovanni Battista (1997) successivamente approfondite in questi ultimi 25 anni.