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    Intervista ad Alessio D’Amaro e Pasquale Benincasa, due giovani musicisti angresi che hanno partecipato al Ravello Festival

    In  virtù del grande fermento musicale che sta vivendo il nostro paese in questo periodo abbiamo deciso di intervistare Alessio D’Amaro (chitarrista) e Pasquale Benincasa (percussionista), due giovani ragazzi accomunati dalla passione per i Pink Floyd, componenti del gruppo dei Pink Briks che, musicalmente parlando, sono già dei veterani. Con loro abbiamo parlato delle varie collaborazioni artistiche, il grande successo della serata “Atom at night” al Palamangano e la consacrazione con la partecipazione al Ravello Festival. A loro che tengono alto il nome musicale di Angri, abbiamo chiesto:

    Potete parlarmi della storia del vostro gruppo e di come vi siete conosciuti?

    Alessio: Ci siamo conosciuti al Centro Scout Angri 2 ben quindici anni fa e da tale periodo abbiamo iniziato a suonare insieme e abbiamo condiviso tanti progetti musicali. Per quanto riguarda il gruppo io, insieme al bassista, eravamo tra i fondatori nel 2006 e ci chiamavamo “One of this days project” (titolo di una canzone dei Pink Floyd). Poi ci sono stati vari cambiamenti, tra cui l’ingresso di Pasquale nel 2007 e il cambio di nome nel 2010 con il più immediato “Pink Briks“, che utilizziamo attualmente. Oggi il nostro gruppo è formato da otto componenti, tutti accomunati dalla grande passione per i Pink Floyd, ma ci tengo a precisare che suoniamo anche altro.

    Quali sono state le vostre collaborazioni artistiche?

    Alessio: Essendo il gruppo composto da tutti professionisti della musica ognuno di noi nel suo curriculum ha anche collaborazioni artistiche con vari artisti in tutta Italia. Tra le più importanti a cui abbiamo partecipato io e Pasquale c’è quella col cantautore Giovanni Block che ci ha portato su palchi italiani importantissimi, tra cui il Premio TENCO2008 aSanremo al teatro Ariston (Raidue – diretta Rai Radiouno) e Musicultura 2009, vincitori assoluti (Raisat Extra – Rai1 – diretta Rai Radiouno). Ma ce ne sono tante altre.

     

    Da dove è nata l’idea di organizzare l’evento che ha riscosso grande successo di “Atom at Night – Pink Floyd event”, svoltosi il 27 gennaio 2013 al Palamangano di Scafati?

    Alessio: E’ nato tutto dalla voglia di suonare “Atom heart mother” (una delle canzoni più importanti dei Pink Floyd), una canzone di 15 minuti, complicata da suonare, che prevede un’orchestra e che quasi nessuna “tribute band” dei Pink Floyd suona in Italia e in Europa. Tutto è partito da questa idea/sfida e da qui abbiamo contattato un maestro che ha scritto degli arrangiamenti inediti anche per le altre canzoni che abbiamo suonato, poi abbiamo trovato l’orchestra, la “Valle del Sarno pop orchestra“.

    Pasquale:  Poi per risolvere i vari problemi organizzativi abbiamo deciso di creare un direttivo che si chiama “Atom at night“, formato da tre membri del nostro gruppo, tra cui io, Francesco Matrone (cantante) e Antonio Maiorano (sassofonista), e due membri dell’orchestra per produrre questo evento.

    Quali sono stati problemi che avete incontrato?

    Alessio: Il primo è stato quello di trovare un luogo dove poter svolgere l’evento senza problemi e che potesse ospitare un palco di grandi dimensioni come quello che abbiamo installato. Purtroppo ad Angri non esistono strutture adeguate per potere ospitare serate del genere e in zona abbiamo trovato qualcosa solo al Palamangano di Scafati. Poi gli infiniti problemi burocratici, per non parlare di quelli che abbiamo avuto con tante persone che erano più o meno vicini a noi nell’organizzazione dell’evento.

    Pasquale: Problemi di tutti i tipi, anche per le prove è stato un calvario, cogliamo l’occasione per ringraziare il Centro Scout Angri 2, Don Luigi La Mura e Maurizio Lo Schiavo in particolare, per aver messo a disposizione la sede del gruppo scout per fare le nostre tre prove generali, le quali raccoglievano più di 120 musicisti. Se non avessimo avuto questa grande passione che ci ha portati avanti probabilmente avremmo desistito.

    Nonostante tutto l’evento è stato un grande successo…

    Alessio: Si, non ci aspettavamo che da una semplice passione avremmo potuto creare un simile evento, c’è stato un gran clamore e risalto mediatico. In totale abbiamo coinvolto circa 3000 spettatori. Siamo rimasti molto soddisfatti anche perchè l’intero incasso della serata è stato devoluto in beneficenza. E’ stato un bel sacrificio perchè ci siamo accollati il rischio e non ci abbiamo guadagnato niente, ci è andata bene da questo punto di vista. Siamo ancora vivi!

    Poi come siete arrivati al Ravello Festival?

    Alessio: Grazie alle serata del Palamangano ci ha contattato l’organizzazione del Ravello Festival e dopo aver svolto le trattative siamo stati scritturati per questo prestigioso festival di rilievo internazionale.

    Pasquale: In particolare loro volevano che suonassimo la canzone da cui è partito tutto “Atom heart mother“, come già detto molto ricercata, che al Festival non era mai stata eseguita. E’ stata una grande soddisfazione perchè noi che siamo una “tribute band”, e che suoniamo musica rock, siamo stati chiamati per esibirci in un festival in cui tradizionalmente si suona musica classica, oppure musica con un taglio più jazzistico.

    Alessio: E’ stata un’emozione incredibile perchè il pubblico internazionale ci ha accolto molto calorosamente e alla fine dello spettacolo ci ha accordato una standing ovation e ha voluto anche il bis, devo dire che non ce lo aspettavamo minimamente. Non solo, ma fino a quel momento solo noi e De Crescenzo facemmo sold out.

    Adesso quali sono i vostri progetti futuri?

    Pasquale: A dire il vero uno degli spettatori che erano al Ravello Festival ci ha proposto di suonare a Mosca, ma noi ci siamo riservati di decidere. Per il resto siamo in trattative per organizzare qualcosa tra Napoli e Salerno, ma non posso dirti altro perchè è tutto top secret. Per quanto riguarda i Pink Bricks ci sono vari progetti e novità che proporremo presto.

    Cosa pensate del fermento musicale che c’è oggi tra i giovani angresi? Cosa è cambiato rispetto al passato?

    Pasquale: Fortunatamente è cambiato molto. Una volta se volevamo provare era una fortuna trovare il classico garage sporco e disastrato; oggi, invece, esistono tante nuove moderne strutture, vedi Onda Sonora, che permettono di fare tutto quello che si vuole. Siamo molto contenti che i giovani si avvicinino alla musica: pensa che se oggi volessimo creare un gruppo tra i nostri coetanei sarebbe difficoltoso sceglierli. La musica è un catalizzatore sociale, sarebbe bello se il nostro paese si creasse un nome  a livello musicale; sarebbe un valido contributo  per una crescita culturale generale.

    Ve la sentite di fare un augurio ai giovani del nostro paese che oggi si avvicinano alla musica?

    Duri a morire! Se credete in qualcosa portatelo avanti nel modo più produttivo possibile, ma soprattutto credete in quello che fate e create con forza le vostre occasioni. Se amate la musica fatelo in modo serio e vedrete che troverete sempre il tempo per il vostro strumento; il tutto sempre con tanta umiltà!
    Gian Maria Manzo

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