Nella drammatica vicenda che ci vede sempre più protagonisti, quella della migrazione di massa dei giovani verso l’estero, è bene trovare, talvolta, la storia di chi va via solo per tornare, e per arricchire il proprio paese. È il caso di Anna Maria Scutiero, una giovanissima studentessa di Giurisprudenza, che da ottobre 2013 a marzo 2014, ha vissuto l’esperienza dell’Erasmus, nel suo caso, spagnolo. Ecco la storia che ha voluto raccontarci.
-Anna Maria, lo chiediamo a te che lo hai vissuto, che cos’è l’Erasmus?
“L’Erasmus è un progetto voluto dall’Unione Europea, per dare la possibilità agli studenti, di effettuare un pezzo del proprio iter studiorum in un università di uno stato membro, diversa dallo stato di provenienza, ovviamente. L’Europa, tramite l’università di provenienza, provvede ad un versamento mensile allo studente, con il quale può aiutarsi nel mantenersi con gli studi in una città estera. Più fondi l’Europa destina e meno soldi spende il singolo ragazzo, anche perchè la spesa non è irrisoria.”
-E il tuo dove ti ha portato?
“Sono stata in Spagna, a Madrid.”
-Come è nata in te l’idea di provare l’esperienza dell’Erasmus?
“E’ nata perchè il mio obbiettivo dopo la laurea, non è fermarmi a esercitare la professione di avvocato, ma continuare gli studi per diventare una criminal profiler; una figura professionale, purtroppo, assente in Italia, e per questo chi ha ambizioni come le mie, deve assumere la consapevolezza di dover andare via, un giorno. Ma, d’altro canto, è un’esperienza altamente formativa, verso cui ci spinge la stessa università, nel mio caso quella degli Studi di Salerno. I miei docenti ci hanno calorosamente invitato ad approfittare dei fondi europei e a partire per l’Erasmus, ma non solo, ci hanno anche spinto a crearci una rete di contatti. Sento spesso molte persone conosciute in Spagna, anche docenti universitari, i quali si sono dimostrati disponibilissimi, e pronti ad aiutare i ragazzi a 360 gradi.”
–E per chi passa la rete di contatti che hai costruito? Chi hai conosciuto? Cosa hai fatto in questi 6 mesi?
“Sono rimasta in contatto con diversi docenti, che si sono dimostrati volenterosi nell’aiutarmi, anche adesso che sono tornata. Ma soprattutto ho avuto modo di conoscere ragazzi fantastici, partendo dai miei coinquilini spagnoli, che mi hanno aiutato e soprattutto introdotto alle loro tradizioni. Gli spagnoli sono molto fieri e fortemente tradizionalisti, paradossalmente forse più degli italiani! Abituarmi a questo è stato faticoso. Un esempio su tutti : non lasciano che nessuna parola straniera entri nel loro costume; una mia amica, Rossella, riceveva la fattura dell’affitto dal suo padrone di casa intestata a Scarlatta. William e Kate? In Spagna sono Guglielmo e Càterina. All’inizio tutto questo mi ha piuttosto destabilizzato, quando, poi, ho conosciuto anche dei ragazzi italiani già residenti a Madrid, ho superato la cosa e mi sono integrata benissimo. Per me è stata un’esperienza fondamentale: vivere 6 mesi da sola, lontana migliaia di kilometri da casa, è un’esperienza che ti cambia, che ti forma. Mi ha molto responsabilizzato… E mi sono divertita tantissimo!”
-Cosa ti è mancato di Angri?
“Inutile sottolineare quanto mi sia mancata la mia famiglia, ma poi mi rendo conto che molti dei valori che loro mi hanno trasmesso li hanno ereditati dalla nostra città. Mi è mancata l’accoglienza, il calore delle persone, dei posti. E’ stata una sensazione difficile da superare, una volta all’estero.”
Dopo aver conseguito Maturità Classica presso il Liceo Don Carlo la Mura, continua a scrivere per passione, legata indissolubilmente alla sua città, Angri, e alle tradizioni di quest'ultima.