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    Due note di storia su… Corbara

    …qui dicitur Corbaru… Così viene indicato Corbara negli antichi documenti del Codice Diplomatico Cavense, custodito alla Badia di Cava.
    Sull’origine del toponimo non ci sono dubbi! Il nome CORBARA deriva dalla voce CORVUS con il suffisso ARIA, che indica un luogo caratterizzato dalla presenza di moltissimi corvi, come sembra che in antico vi avevano fissa dimora.
    Il paese ha sempre goduto di una sua autonomia amministrativa. Nel ‘500 e nel ‘600 l’Università di Corbara partecipava alla vita pubblica della città di Nocera sottana, quale casale aggregato. Ogni venticinque anni, come previsto dal sistema di governo creato da Mons. Carlo BALDINI, che fu Arcivescovo di Sorrento, nominava un proprio rappresentante quale Sindaco Universale nell’ambito dell’amministrazione nocerina, ferma restando la sovranità nell’eleggere annualmente i propri amministratori.
    Il 20 marzo 1598, con l’entrata a regime del sistema concepito da Mons. Baldini, si procedette a censire le famiglie (i fuochi) residenti nei territori di giurisdizioni delle varie Università nocerine e a stabilire, di conseguenza, le quote di tasse spettanti ad ogni singola amministrazione. A Corbara risultarono esserci 62 fuochi, pari a circa 370 anime, secondo una stima media di 6 individui a fuoco; da ciò fu calcolato che il paese partecipasse alle spese comuni nella misura del 3.59%.
    Tanto per avere un’idea dei volumi demografici dell’epoca basti pensare che nello stesso censimento Sant’Egidio annoverava 161 fuochi, Pagani 508 e Nocera 704.
    Nel 1974 il comune di Corbara contava 2.121 residenti, mentre nel 1985 gli abitanti erano 2.300.
    A partire dal 1811, anno in cui i francesi costruirono la rotabile che, attraverso il valico di Chiunzi, collega l’Agro nocerino con Maiori e la costiera Amalfitana, la cittadina aumentò i suoi traffici e i commerci, essendo un punto di transito obbligato.
    Le notizie sulle origini del villaggio sono pochissime e scarne. E’ nota l’esistenza di un luogo di culto, presumibilmente intitolato a San Bartolomeo, fin dal 1010 (ovviamente con fattezze diverse dall’attuale). E a tal proposito è auspicabile che i ritrovamenti archeologici, avvenuti sotto le fondamenta dell’odierna chiesa, forniscano indicazioni più precise sugli antichissimi insediamenti locali.
    L’attuale Parrocchia venne costituita nel 1587 quando la popolazione locale, che per la cura delle anime dipendeva dal vicino paese di Sant’Egidio, rivolse istanza all’allora Vescovo di Nocera, Mons. Sulplicio COSTANTINO, di poter erigersi un chiesa a proprie spese.
    Al termine della costruzione, con un rogito redatto dal notaio Vincenzo Aijeta nel predetto anno, all’Università venne riconosciuto anche il diritto di patronato con la possibilità di nominare un Rettore Curato.
    Nel 1877 Mons. Raffaele AMMIRANTE, Vescovo di Nocera, così descrisse la Parrocchia: …è di sufficiente grandezza per il numero delle anime che le appartengono. Essa è posta ai confini del villaggio, e meriterebbe un generale restauro. Nel passato anno vi si è formato in marmo l’Altare maggiore con il corrispondente presbitero, per opera e devozione del signor d. Domenico Pecoraro, appartenente per origine alla detta Parrocchia. Gli altri altari della Chiesa, oltre al maggiore intitolato al Santo tutelare, sono dedicati alla Vergine della Consolazione, a S.Anna, a Maria SS. delle grazie, alla Vergine del Rosario e a San Francesco d’Assisi.
    Oltre alla Chiesa parrocchiale vi sono altri tre pubblici Oratorii, dedicati a S.Giuseppe, a S.Erasmo ed a Maria SS. Addolorata. In quest’ultimo vi è l’unica Confraternita laicale che è nel Comune, eretta sotto il titolo medesimo dell’Addolorata. Vi sono altresì due privati Oratorii, l’uno della famiglia Padovano, e l’altro della famiglia Giordano. Il numero delle anime è di 1850; tra queste vi sono 5 Sacerdoti, e due giovani Chierici convittori del nostro Seminario.
    La Corbara odierna è una gradevole cittadina che induce, dall’alto dei suoi 245 m.s.l., a godere dell’ottima aria fine e del paesaggio nocerino che, nonostante i ripetuti assalti urbanistici e la deturpazione dell’ambiente, conserva per intero il suo fascino particolare.

    Giancarlo FORINO
    Associazione PanacèA

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