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    Diario del direttore artistico-31

    Trentunesimo appuntamento con la rubrica che vuole raccontare, in maniera assolutamente non seriosa, gli eventi della rassegna, i personaggi che ne fanno parte, come artisti e organizzatori, i fatti particolari, visti dal direttore artistico della TERZA edizione della Rassegna “Angri a teatro”.

     

    30/05/2014

    Uno degli spettacoli più interessanti dell’anno scorso, da un punto di vista della concezione e realizzazione performativa, fu Luna Park della coppia Ingenito-Limodio. Intanto, quello spettacolo, che alla nostra rassegna fu messo in scena in anteprima e che nel frattempo, arricchito di nuove sfumature e contenuti, è andato in giro nei teatri della regione (infatti proprio in questi giorni viene rappresentato a Napoli).

    Invitati nuovamente al nostro piccolo festival di arti sceniche, i due amici hanno proposto un altro lavoro dal titolo La medusa. Maria Sole ne ha curato la drammaturgia e la regia, Domenico ne è l’interprete. Si tratta di un reading performativo.

    Quando, tra la fine di ottobre e gli inizi di novembre dello scorso anno, cominciai a prendere contatti per allestire il cartellone della terza edizione, Maria Sole mi descrisse questo spettacolo come la storia di un emigrante, che, sprofondato in un barcone diretto a Lampedusa, scriveva sull’acqua l’ultima lettera d’amore alla propria donna, ironizzando sul sogno/incubo di un’Italia alla quale non giungerà mai. Insomma, nelle prime intenzioni, mentre il testo era ancora in redazione, doveva essere il racconto di un viaggio di disperata speranza, che lascia al mare il compito di raccontarla.

    Più di recente, ancora Maria Sole mi confermava che La medusa è una storia di viaggi e di migranti. La scenografia è composta da barchette di carta fatte da bambini, con le loro parole, i loro compiti e i loro sogni scritti. Ma vi sono anche catini d’acqua e impronte di bagnasciuga.

    In scena, Domenico, sostenuto da una musica elettronica e pop, farà la sua performance gestuale, corporea, ma anche narrativa. “La medusa”, ovvero Lampedusa, è l’isola di disperati speranzosi e di vacanzieri oziosi.

    Mi scrive in un’email: «Lampedusa è ossimoro complesso, stato della materia liquida, come l’acqua salata di mare. La medusa è una suggestione di video, trasparenze e incantamenti. È un esperimento magico e semplice come un liquido che chiede al pubblico non di esser compreso, ma di essere amato. Lasciarsi trasportare dalla corrente, perché chi viaggia ha sempre ragione».

    Insomma, anche questa volta, proseguendo il discorso estetico iniziato lo scorso anno con Luna Park, Maria Sole e Domenico partono dalla realtà sociale che li circonda, per creare le loro storie immaginifiche e sceniche.

    Vincenzo Ruggiero Perrino

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