Ventottesimo appuntamento con la rubrica che vuole raccontare, in maniera assolutamente non seriosa, gli eventi della rassegna, i personaggi che ne fanno parte, come artisti e organizzatori, i fatti particolari, visti dal direttore artistico della TERZA edizione della Rassegna “Angri a teatro”.
19/05/2014
Sala gremitissima, ieri sera, per Napule… un’anema, ciente facce. Tanto che per la metà di giugno abbiamo in programma una replica dello spettacolo. Ma di questo parlerò un’altra volta. Lo spettacolo, diviso in due tempi, non ha deluso le attese: una carrellata di storie intrise di quella forza, di quell’anima, di quella napoletanità propria del popolo.
Lello, Ilia, Dino e Peppe – ovvero i quattro componenti del gruppo Napulitanamente – hanno proposto scene sicuramente divertenti, condite di cadenze e di sguaiataggine tipica del vero popolo napoletano. Ma l’operazione va salutata con favore da un altro punto di vista. E cioè la riscoperta e la riproposizione di un repertorio meno noto al grande pubblico.
In effetti, il pubblico nostrano (e a maggior ragione quello della grande città) del teatro napoletano conosce i nomi “maggiori”: Eduardo, Scarpetta, Viviani, o i più recenti Di Maio & C. Già se si fa il nome di un Roberto Bracco, anche il frequentatore più assiduo dei teatri campani, cadrà dalle nuvole. Figurarsi cosa accadrebbe se lo spettatore medio venisse interrogato su quel repertorio, sicuramente “minore”, ma non per questo meno vicino al sentire del pubblico.
Che, non a caso, si è divertito molto a vedere le storie (stravolte e spogliate di ogni sacralità) di Adamo, Eva e il serpente. Oppure, gli inciuci delle bizzoche, che in chiesa sparlano di tutto e di tutti, e poi risolvono tutto con un Gloria. O, ancora, le tipiche scaramucce tra suocera e nuora. Insomma, questo Napule… un’anema, ciente facce a me è piaciuto veramente molto. E non soltanto a me, ma a tutti.
Al termine dello spettacolo, salendo sul palco per i saluti finali, ho voluto raccontare al pubblico che durante un’Estate ad Angri di tanti anni fa – precisamente correva l’anno 1988 – Lello e Ilia (che all’epoca provenivano dall’esperienza con il gruppo Noi & Voi) si esibirono con uno spettacolo-concerto dal titolo Napulemmà. Antonio D’Andretta all’epoca fece un’intervista con i nostri due amici, ripercorrendo un po’ le tappe della loro carriera (allora agli inizi), evidenziando la stretta parentela del loro teatro con le esperienze di Concetta e Gabriele Barra. Quell’intervista si concludeva con una riflessione di Lello che diceva: «Ad Angri non ci sentiamo adeguatamente apprezzati. Lo siamo senz’altro di più fuori, mentre a noi sta a cuore il conforto del pubblico angrese».
Vista l’accoglienza calorosissima tributata dal pubblico di “Angri a teatro”, possiamo dire che, sebbene con un po’ di ritardo, ma il pubblico angrese ha apprezzato tantissimo la proposta scenica del gruppo Napulitanamente. Ora, non ci resta che aspettare nuovi lavori e nuove avventure teatrali dai nostri amici.
Vincenzo Ruggiero Perrino
E' nato a Castellammare di Stabia nel 1976. Collabora con "Angri '80" dall'ottobre del 1997. Dottore di ricerca in storia del teatro moderno e contemporaneo, è autore di alcuni studi e saggi, pubblicati da riviste accademiche e specializzate. La compagnia teatrale Anziteatro ha messo in scena diverse sue opere teatrali. Il Centro Iniziative Culturali ha pubblicato: la raccolta di racconti "La fragile natura di tutte le cose" (2004), la raccolta di atti unici "Visioni di identità nascoste" (2008), e il lungo racconto "Prospettive di una città senza mare" (2012). Altri racconti e scritti sono stati premiati in concorsi nazionali e pubblicati su riviste letterarie.