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    Diario del direttore artistico-11

    Undicesimo appuntamento con la rubrica che vuole raccontare, in maniera assolutamente non seriosa, gli eventi della rassegna, i personaggi che ne fanno parte, come artisti e organizzatori, i fatti particolari, visti dal direttore artistico della TERZA edizione della Rassegna “Angri a teatro”.

    17/02/2014

    Ieri sera, Luigi Grimaldi e Miriam Di Nardo hanno calcato il palcoscenico per il loro spettacolo Bianchi colombi. Devo dire che è stata un’esperienza interessantissima e applauditissima.

    Lo show era diviso in tre momenti: una prima serie di magie e giochi di illusionismo e manipolazioni ha visto protagonista Luigi e le sue tortorelle, che apparivano e sparivano in maniera che a volerlo spiegare razionalmente si perderebbe solo tempo e gusto della visione.

    Nel secondo momento, Miriam è stata più protagonista, dal momento che ha mostrato alcuni giochi in cui ha cambiato colore ad un fiore, oppure a fatto “prendere vita” a due colombe dipinte su una tela, che sono volate via. Infine, Luigi ha eseguito un esperimento di levitazione: Miriam è rimasta sospesa a mezz’aria, senza nessun sostegno! Roba da rimanere con la bocca aperta.

    C’è stato poi un terzo momento in cui è stato eseguito un gioco più classico: la ragazza è stata chiusa in una scatola, che l’illusionista ha trafitto con decine di lance di legno, lasciandola illesa.

    Il pubblico, composto di bambini e adulti, ha partecipato con entusiasmo ai giochi di manipolazione di Luigi e Miriam. A proposito di questo spettacolo nella pagina del diario del 17 gennaio ho scritto che le magie di Bianchi colombi si indirizzavano a quanti, da adulti, sono disposti a lasciarsi affascinare da un mondo “alternativo”, senza pregiudizi razionalistici. Ieri sera in sala c’erano tanti bambini e tanti adulti. Eppure, salendo sul palco per ringraziare Luigi e Miriam, mi sono accorto che la magia più grande è stata quella di far uscire fuori da ogni adulto presente in sala il bambino che sempre ci portiamo dentro. E, di questi tempi, non è poco.

    Vincenzo Ruggiero Perrino

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