Nei giorni immediatamente seguenti allo sbarco alleato a Salerno anche Angri fu teatro di cruenti combattimenti che seminarono morte e distruzione. Una colonna di Ranger americani, sbarcata a Maiori e attestatasi nei pressi di Corbara in attesa di ricongiungersi con il grosso delle forze alleate provenienti da Cava dei Tirreni, iniziò a prendere di mira il castello Doria a colpi di mortaio, ritenendolo sede del comando tedesco presente nel paese. A seguito di tale azione sia il castello sia la Collegiata, che si trovava lungo direttrice di tiro, subirono ingenti danni. In particolare, la chiesa di San Giovanni, colpita sia sul tetto sia nella splendida facciata bugnata cinquecentesca, registrò seri danni alle grandi tele del cassettonato, all’organo da pochissimi anni ammodernato (gioiello di arte organaria utilizzato in vita anche dal Santo angrese Alfonso Maria Fusco), ma soprattutto alla facciata, colpita in più punti. Vennero completamente distrutti i due rosoni laterali e una delle tre statue della lunetta che sormonta il portale centrale, seriamente danneggiate le altre due statue, i portali stessi e i gradini d’accesso al tempio, come è possibile notare ancora oggi osservando attentamente i suoi componenti.
La meritoria opera e gli sforzi dell’allora abate della Collegiata, Mons. Giuseppe Vaccaro, nonostante l’infuriare della guerra e le comprensibili difficoltà in cui versava Angri e la nazione (almeno nella parte liberata), non consentirono nell’immediato di andare oltre ad un restauro che assicurasse il solo intervento strutturale, per consentire la riapertura al culto del tempio. Le due statue superstiti della lunetta, la Madonna con il Bambino e il San Giovanni Battista, vennero accantonate in attesa di tempi migliori per provvedere al loro recupero che non fu possibile nemmeno dopo il disastroso terremoto del 1980 perché, nel lavoro di consolidamento della facciata, la profondità della lunetta fu diminuita e, visto il peso delle sculture, non fu ritenuto opportuno compromettere ulteriormente la staticità del portale, decretando il definitivo abbandono di ogni progetto teso a ripristinare le sculture nella loro sede originaria.
Oggi, finalmente, dopo oltre 70 anni dai dolorosi fatti dell’ultima guerra e a 36 anni dal terribile sisma del 1980 l’Associazione PanacèA ha avviato i lavori di restauro e recupero delle due sculture. Le opere, unico esempio in marmo del paese, risalgono alla realizzazione della facciata, cioè non sono posteriori al 1540. Replicano esattamente l’impianto iconografico della pala centrale del polittico che sovrasta l’altare maggiore, con il Battista a sinistra, la Madonna con il Bambino al centro e il San Giovanni Evangelista a destra.
L’intervento a cui verranno sottoposte, che si prevede non durerà più di quattro settimane, consisterà in un’accurata pulizia, con particolare cura ai dettagli del delicato panneggio, al ripristino della testa della Madonna sul corpo, mentre il Bambino resterà acefalo, alla realizzazione di un’adeguata base metallica per consentire un corretto equilibrio alla scultura; per quanto riguarda il Battista, rimasto mutilo di una parte del braccio destro, dell’alluce destro e di altri piccoli frammenti, si provvederà alla radicale pulizia e ripresa di qualche piccola lacuna. Durante i lavori si procederà di pari passo allo studio delle opere, ad un rilievo fotografico dei singoli passaggi dell’intervento (che serviranno ad allestire una mostra e a documentare le varie fasi a cui verranno sottoposte), ma senza tentare il recupero delle parti mancanti sia per l’incertezza di alcuni dettagli che dalle foto d’epoca non è possibile definire compiutamente sia perché gli attuali canoni del restauro tendono a salvaguardare l’opera nella sua originalità, senza l’introduzione di nuovi elementi che potrebbero, nel tempo, deturparla e modificarne l’assetto stilistico originario.
Con l’occasione, l’Associazione PanacèA desidera ringraziare pubblicamente e doverosamente l’impresa edile Iozzino per aver eseguito il prelievo e il trasporto delle sculture, contribuendo in maniera significativa con le sue qualificate maestranze alla riuscita del progetto.
Giancarlo FORINO
Associazione PanacéA
--Ufficiale dell'Esercito di origine angrese, Giancarlo Forino risiede a Roma. Il Presidente Giorgio Napolitano lo ha insignito del titolo di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana (2006) e della Medaglia Mauriziana al Merito per dieci lustri di carriera militare (2013). Per la ricerca storica la Presidenza del Consiglio dei Ministri gli ha conferito il Premio Cultura per la Sezione STORIA LOCALE (2000) e la Giunta Comunale presieduta dal dottor Giuseppe La Mura lo ha insignito della Cittadinanza Onoraria di Angri (2006). E' uno dei fondatori dell'Associazione ONLUS PanacèA. Oltre a varie iniziative editoriali realizzate a Roma, collabora da decenni con la testata ANGRI80; ha pubblicato vari libri e saggi per conto del Centro Iniziative Culturali di Angri e dell'Associazione PanacèA. Dopo la prima e la seconda edizione del volume Angri, la Storia – i Monumenti – le Eccellenze – gli Angresi (dicembre 2020 e novembre 2021), curata insieme al dott. Luigi d’Antuono, ha dato alle stampe il libro San Giovanni e Angri, affrontando alcune tematiche già presenti sulla sua precedente opera Angri e il suo Patrono San Giovanni Battista (1997) successivamente approfondite in questi ultimi 25 anni.