È noto a tutti i tifosi angresi di calcio che il simbolo della squadra di casa è il cavallino rampante e qualcuno ritiene che sia stato ripreso dall’omologo emblema della Ferrari. Probabilmente questa notizia ha un fondamento di verità, ma come spesso accade, è la Storia che di contro, fornisce risposte certe.
Chi ha fatto ricerche sul periodo d’oro dell’industria tessile angrese si sarà certamente imbattuto nei sigilli che le singole aziende applicavano sui loro prodotti. Tali sigilli non erano frutto di inventiva personale o di fantasie di aspiranti grafici o disegnatori, ma erano veri e propri marchi di fabbrica regolarmente autorizzati dal governo e registrati ufficialmente.
Così nelle varie Raccolte dei Decreti del Regno delle Due Sicilie troviamo ben 3 decreti, promulgati fra il 1830 e il 1858 (n.2852, n. 4735 e n.5315), con cui si autorizzavano le aziende angresi di Carmine D’Antonio, di Antonio Izzo e di Schlaepfer, Venner e Compagni a utilizzare “per la bollazione a ruggine e a piombo delle merci … l’emblema del cavallo sfrenato … “ unitamente all’intestazione della manifattura.
Ma c’è dell’altro! Nell’allora capitale (Napoli) fin dal XII secolo e fino agli inizi dell’Ottocento, esistevano 7 Sedili (detti anche Piazze o Seggi), che erano dei veri e propri organismi amministrativi, i cui gli eletti definivano e coordinavano la politica e le regole finanziarie da seguire nella città. Uno di questi seggi e più precisamente quello del Nilo o del Nido, aveva come emblema il “cavallo sfrenato”!
Certamente è ancora da indagare come tale simbolo araldico possa essere stato utilizzato anche ad Angri, anche se diverse casate legate a fatti angresi ne hanno fatto parte. E nemmeno si può spiegare con la presenza dei Doria a Napoli, iscritti anche loro in un altro sedile napoletano: quello di Porto in cui risultano aggregati fin dal 3 dicembre 1678. Ma afferma il Canonico Celano che “la scelta del cavallo sfrenato come simbolo della Provincia della città di Napoli è da ricondurre all’antico emblema cittadino. Si vede anche per antica arma della nostra città un cavallo senza freno…”
Va da sé che a questo punto l’origine del nostro simbolo non può essere stato copiato da quello della Ferrari… e chissà che non sia avvenuto il contrario!?
Fatto sta che il cavallo sfrenato, o meglio imbizzarrito, è stato sempre l’emblema della squadra di calcio angrese fin dalla sua origine, a cui auguriamo sempre migliori fortune.
Giancarlo FORINO
Associazione PanacèA
--Ufficiale dell'Esercito di origine angrese, Giancarlo Forino risiede a Roma. Il Presidente Giorgio Napolitano lo ha insignito del titolo di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana (2006) e della Medaglia Mauriziana al Merito per dieci lustri di carriera militare (2013). Per la ricerca storica la Presidenza del Consiglio dei Ministri gli ha conferito il Premio Cultura per la Sezione STORIA LOCALE (2000) e la Giunta Comunale presieduta dal dottor Giuseppe La Mura lo ha insignito della Cittadinanza Onoraria di Angri (2006). E' uno dei fondatori dell'Associazione ONLUS PanacèA. Oltre a varie iniziative editoriali realizzate a Roma, collabora da decenni con la testata ANGRI80; ha pubblicato vari libri e saggi per conto del Centro Iniziative Culturali di Angri e dell'Associazione PanacèA. Dopo la prima e la seconda edizione del volume Angri, la Storia – i Monumenti – le Eccellenze – gli Angresi (dicembre 2020 e novembre 2021), curata insieme al dott. Luigi d’Antuono, ha dato alle stampe il libro San Giovanni e Angri, affrontando alcune tematiche già presenti sulla sua precedente opera Angri e il suo Patrono San Giovanni Battista (1997) successivamente approfondite in questi ultimi 25 anni.