Il Natale di Karima
Le incombenze del vivere quotidiano obbligano, fortunatamente, a non poltrire in casa. Infine eccomi in strada, e comincia l’avventura. Nel tragitto c’è sempre la possibilità di incontrare qualche vecchio amico o conoscente, e la scaletta degli impegni cambia.
Sono portato a dar sempre la priorità alle relazioni umane. Forse c’è il tempo di due chiacchiere davanti a un buon caffè.
Ma oggi l’atmosfera è diversa in città. Più frizzante. Ed ecco il motivo: in piazza Unità, una fila di luminosi e adorni abeti, 12 per lato, fanno da ala ad un’enorme stella cometa protesa sul mare. È il benvenuto al Natale 2019.
“Uffa, un altro Natale”, esordisce l’amico Fulvio, che ho incontrato per caso al bar.
Il giorno di Natale è uno dei più difficili per le persone sole come lui.
– Mi dice: “…uno per l’occasione vorrebbe partire per chissà dove, o inabissarsi nelle viscere della terra, o semplicemente essere invitato da amici simpatici a trascorrere una giornata che sembri in famiglia. Ma l’ospitalità non è più di moda e di solito non capita niente di tutto ciò e ti senti semplicemente uno “sfigato”. Qualche volta ho programmato qualcosa di particolare, un viaggio, o almeno una cena, e ho avuto la sensazione persino che fosse un successo, ma quest’anno non voglio programmare niente, pregustare niente, voglio proprio vivere le cose come vengono, se vengono. Coi tempi che corrono, poi, sono rassegnato e per niente ottimista. Altro che spirito…”. Fulvio mi fa riflettere e mi domando: verrà il Natale quest’anno? Oh, di certo si quello commerciale: le vetrine luccicanti, le decorazioni a tema, l’ansia da regali, le canzoncine sentite mille volte, i menu per le feste proposti ossessivamente sui social, ma lo Spirito del Natale riuscirà a farsi largo in un clima sempre più pervaso di diffidenza, di solitudine, di polemiche, di derisione, di odio verso tutto e tutti, quando offendere è diventato di moda e la moderazione e la riflessione sembrano parole prive di significato?
Intanto Karima mentre prepara i piattini sul banco per due fumanti tazze di buon caffè, ascolta i nostri discorsi e con estrema cortesia ci dice la sua.
Karima, il cui nome in italiano si può tradurre come “Generosa”, ama tantissimo il Natale, anche se questa festa non fa parte della sua religione e della sua cultura, ma non può confessare a nessuno questa sua passione, certamente non a suo marito e tantomeno ai suoceri in arrivo per passare alcuni mesi da loro. Il suo uomo non è cattivo e non è neanche di quelli fanatici, è un buon operaio ben inserito nell’ambiente di lavoro, ma da quando sono in Italia, ormai da qualche anno, non ha praticamente mai smesso di sbuffare e criticare le consuetudini e i fatti della città, soprattutto nelle giornate in cui soffia quel suo vento freddo e inospitale tanto diverso dalla brezza leggera proveniente dal mare che aspettavano ogni sera sulla soglia della loro casa al paese. Nel periodo natalizio il malumore di suo marito si accentua e non gli va bene niente. Il buon uomo continua a lamentarsi e inveire contro tutto e contro tutti, ma lei ormai non ci fa caso, il Natale è bello! Le colleghe di lavoro di Karima sono a conoscenza di questa sua passione e la invitano sempre alla loro cena di Natale e fortunatamente suo marito non ha nulla da ridire trattandosi di un ambiente di sole donne e non attribuendo significati particolari alla loro cena. In quell’occasione usano scambiarsi un piccolo dono, una candela, un addobbo, in un pacchettino luccicante e infiocchettato, solo un segno di affetto e di buon augurio, mentre per lei portano un dolcetto, una piantina, un piccolo oggetto per la casa. Karima ricambia preparando per loro sacchettini di spezie del suo paese, soprattutto di quelle meno conosciute e suggerisce come utilizzarle in nuove ricette. Lei adora le spezie con i loro colori e gli odori pungenti e nel periodo prenatalizio si riempie le narici del profumo della cannella e dei chiodi di garofano. In panificio, anziché ordinare sbrigativamente i soliti panini, si attarda a osservare ammirata i dolcetti esposti sui ripiani del bancone. Pensa che quando avrà un bambino gli comprerà sicuramente uno di quei deliziosi bastoncini di zucchero rossi e bianchi o un omino di panpepato. Non è una ribelle Karima, probabilmente non lo sarà mai, ma non è assolutamente disposta a rinunciare a quei piccoli momenti di gioia che il Natale regala anche a lei e a godersi ogni colore, ogni scintilla, ogni suono. Ma non solo questo, il suo pensiero è chiaro e fa riflettere:
“Natale -ci dice- è una parola che raccoglie in sé un numero grande di significati profondi e suggestivi, è atmosfera mistica, è attesa, è promessa, è buoni propositi e soprattutto amore che si offre senza chiedere nulla in cambio. Il Natale, ne abbiamo bisogno in fondo al cuore, perché la pace, l’amore, la condivisione sono aneliti di tutti per tutti e si sono fatti strada anche in periodi più bui di questo… “
Con un semplice sorriso ci invita a crederci ancora che il vero Natale verrà, basta impegnarsi a realizzarlo con piccoli gesti che danno speranza. Il pensiero di Karima, da un paese lontano, con un’altra fede, con un’altra cultura, spinge a riflettere sul Natale. Una ricorrenza che rappresenta un appuntamento cruciale con la nostra storia. Nel raggio di una Stella che illumina e guida ad un bambino che nasce nel presepio del cuore, vi è l’invito a ricomporre quella straordinaria voglia di spiritualità e di valori mai veramente smarriti e che nessuno può dire di non avere bisogno.
A tutti i lettori di Angri80, a quelli dentro e a quelli fuori Angri, di cuore, Buon Natale.
Ernesto Di Martino