Intervista ad Antonio Milo, giovane e noto barista angrese del centralissimo Cafè Ribò. Ci ha raccontato i gusti e le esigenze della cittadinanza e la sua evoluzione in questi anni. Durante l’intervista ha avanzato anche una serie di proposte che potrebbero attirare sempre più giovani nel nostro Comune.
Quando sei stato assunto al Cafè Ribò e quanto ti ha appassionato questo lavoro?
Sono stato assunto il primo settembre del 2009 poco dopo essermi diplomato all’istituto alberghiero di Nocera Inferiore. Con il passare del tempo, anche grazie all’ambiente che si è creato nel bar, mi sono appassionato sempre di più a questo lavoro, tanto da spingermi a frequentare molti corsi di formazione e a conseguire vari titoli per diventare un barman professionista, tra cui quelli per la creazione di cocktail, decorazioni di frutta, il primo e il secondo livello di sommelier al FISAR (Federazione Italiana Sommelier Albergatori E Ristoratori), caffetteria avanzato, latte art (decorazione approfondita dei caffè) e cocktail molecolare.
Che tipo di clientela è quella angrese?
Non è una clientela molto esigente e noi sappiamo come accontentarla proponendole ogni volta qualcosa di nuovo da consumare. Sotto questo aspetto riusciamo ad innovare continuamente i nostri prodotti adattandoli ai gusti, anche i più difficili, dei nostri clienti. Nonostante tali consuetudini, devo ammettere che riesco comunque a mettere in pratica le abilità che ho acquisito in questi anni.
E la clientela che viene fuori dal nostro paese?
I clienti dei paesi limitrofi (e non solo) hanno sicuramente gusti più particolari, non scelgono tanto la caffetteria ma sono più indirizzati verso i cocktail, sono proprio loro a voler provare qualcosa di sempre più inusuale e ricercato.
Per quanto riguarda i giovani che si fermano al bar cosa mi puoi dire?
Purtroppo rispetto alla nostra generazione (ndr, io e Antonio siamo nati nel 1990) bevono enormemente di più, e, lavorando al centro del paese, vedo anche giovanissimi che iniziano subito con l’alcool a tutte le ore del giorno. Non ti nascondo che alcune volte rimango sconvolto.
Negli anni come sono cambiati i gusti dei giovani angresi?
Ti posso dire con certezza che oggi la bevanda che va per la maggiore è la birra, mentre per i cocktail si è passati dal gusto secco a quello fruttato, ma anche i giovani non hanno esigenze molto particolari, consumano sempre la stessa cosa: il Lemon Jin.
Per il futuro cosa ti piacerebbe fare?
Vorrei fare qualche esperienza diversa, che mi metta veramente alla prova con una clientela molto esigente e mi fornisca un grande bagaglio culturale. Sotto questi aspetti mi piacerebbe lavorare in qualche albergo rinomato oppure su una nave da crociera.
Spero di avere qualche chance grazie soprattutto agli attestati che ho conseguito fino ad oggi e che riesco a sfruttare solo in parte. Ad esempio, quando ho frequentato il corso di cocktail molecolare pensavo di portare una novità da condividere con il pubblico angrese, ma in realtà non è andata per niente.
Tu che vivi praticamente al centro del nostro paese da tanti anni e ascolti le voci di tutta la popolazione, puoi dare dei consigli su come può crescere Angri?
A livello giovanile, soprattutto la sera, Angri è cresciuta moltissimo in questi ultimi anni, riuscendo ad attirare anche giovani provenienti da fuori. Io propongo, per aumentare questo trend crescente, di organizzare più manifestazioni di grande portata durante l’anno e diventare uno paesi più dinamici del nostro territorio.
Gian Maria Manzo