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    “Angri nel 1892”

    Di un raro testo con questo titolo dato alle stampe a Pompei nello stesso anno, non ho rinvenuto tracce dell’autore negli archivi angresi; nessuna notizia diretta o indiretta né da altre pubblicazioni né da documenti coevi né da fonti più antiche sul cognome Matteazzi, che potrebbe far ritenere l’estensore di questo fascicoletto essere un angrese di adozione o aver usato uno pseudonimo.

    Nessun cenno neanche alla professione esercitata, alle abitudini di vita, al luogo dove abita, ecc… benché sia facilmente ipotizzabile che si tratti di un notabile molto addentrato nella vita pubblica del paese, come si evince per la profonda conoscenza che mostra dell’apparato politico-amministrativo angrese di quegli anni fin dalle prime righe dello scritto.

    Il testo, redatto in semplici rime, offre un quadro dettagliato del paese alla fine dell’Ottocento, quando nella collettività si era ormai consolidata l’idea di Unità Nazionale e nelle nostre plaghe il fenomeno del brigantaggio era stato debellato, sopravvivendo solo nella dimensione malavitosa, anche se ancora diffusa l’abitudine di trattare gli affari e gli scambi commerciali con la vecchia divisa borbonica.

    Le informazioni desumibili dal fascicolo confermano sostanzialmente i dati ufficiali forniti della relazione sul paese, redatta il 28 maggio 1879 dall’allora Sindaco Cavaliere Avvocato Carmine Francesco D’Antonio, nell’ambito della nota Inchiesta Jacini. All’epoca Angri contava 9720 unità stabilmente residenti nell’area urbana e 612 nelle campagne, per un totale di 10332 abitanti; aveva una proprietà fondiaria di 290 ettari circa di terreno collinoso e 1189 ettari di terreni agricoli, molto più grande di quella odierna perché non aveva ancora perso la contrada Bagni, fatto legato alla costituzione del Comune di Pompei, che avverrà nel 1925; l’ordine pubblico era assicurato da 6 Carabinieri e 3 Vigili Urbani.

    Dalla descrizione che fa di Angri il Matteazzi, fatto salvo l’ammodernamento urbanistico introdotto da fogne e acquedotto, emerge un quadro che sembra la fotografia, per taluni versi anche sbiadita, della situazione odierna.

    L’Amministrazione comunale è retta dal Sindaco e da 4 Assessori, 3 dei quali spesso assenti dal paese per sbrigare le loro pratiche private.

    Ma non desidero togliere al lettore il gusto di scoprire da solo cosa è cambiato e cosa no ad Angri dopo oltre 120 anni leggendo l’opuscolo che sarà a breve pubblicato sui siti web di ANGRI80 e dell’Associazione ONLUS PanacèA.

    Infine, tranne nella penultima delle sue 95 strofe, il nostro autore non cita mai direttamente personaggi del paese e accenna solo ai cognomi Adinolfi e Gargiulo; si tratta rispettivamente del Sindaco Cavaliere Avvocato Francesco Adinolfi, in carica dal 20 ottobre 1883 al 25 luglio 1918, e dell’Abate della Collegiata di San Giovanni Battista Mons. Paolo Gargiulo, che ha retto la nostra Chiesa tra il 1891 e il 1894.

    Buona lettura!

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