Sono state presentate da parte dell’avv. Antonio Pentangelo, responsabile dell’UOC Avvocatura del Comune di Angri, tre citazioni per diffamazione, ognuna delle quali notificata a Luigi D’Antuono, autore di articoli pubblicati sul nostro mensile, ad Antonio Lombardi, direttore responsabile di ANGRI ’80, ed all’editore, la Coop. Centro Iniziative culturali.
L’avv. Pentangelo ci chiama davanti al Giudice di Pace di Nocera Inferiore per l’11, 18 e 25 marzo 2013 perché si ritiene diffamato:
Ogni citazione contiene la richiesta al Giudice di Pace di condannare:
Non riusciamo assolutamente a capire su che cosa fondi l’avv. Pentangelo la sua accusa e la sua richiesta di 28.000 euro più annessi e connessi.
In trenta anni di ANGRI ’80, è vero non abbiamo mai fatto sconti a nessuno, ma è anche vero che nessuno è stato offeso o si é sentito mai offeso dai nostri articoli; l’avv. Pentangelo è stato il primo e, probabilmente, resterà pure l’ultimo, perché, qualora la Giustizia gli dovesse dare ragione, dovremmo chiudere non solo per fallimento economico, ma anche perché significherebbe che in Italia non c’è più né libertà di stampa né libertà di opinione né diritto di critica, quantunque documentata.
Sarebbe un duro colpo alla stampa libera ed indipendente, ed anche a tutta la categoria dei giornalisti, ma di sicuro la nostra trentennale storia di sacrifici e di impegno civile per la crescita culturale e sociale del nostro amato paese, ci impone di vendere cara la pelle e non lasciare nulla di intentato per difenderci e per avere Giustizia, in nome delle libertà e dei diritti costituzionalmente garantiti.
Rivolgiamo pertanto un appello affinché ci siano vicini in questo difficile momento e facciano sentire la loro voce, la cittadinanza ed in particolare la società civile angrese, i partiti, le associazioni di volontariato ed a carattere culturale, i nostri colleghi, l’Ordine dei Giornalisti e l’Assostampa Valle del Sarno.
Il direttore di ANGRI ’80 Il presidente del CIC
Antonio Lombardi Luigi D’Antuono