Il 5 aprile è stata presentata, presso la biblioteca comunale di Nocera Inferiore, la raccolta poetica di Rosa Montoro “La voce di mia madre”, con la prefazione di Isaia Sales, pubblicata nel gennaio 2017 e inserita nel catalogo online “Il mio libro” – gruppo editoriale Espresso.
Il libro rappresenta quel legame solido con la terra dei genitori dalla quale l’autrice, di origine contadina, si è allontanata, ma senza recidere mai le proprie radici. La voce della madre continua a parlarle con le suggestioni della natura, forte e fragile insieme, vulnerabile e fatata, ed è la sola essenza in grado di parlare davvero al cuore.
Nell’opera di Rosa Montoro ricorre il riferimento al confine, all’idea di limite. “Ferma nell’ombra dei tuoi rami/nel limite del mio sguardo” (la voce di mia madre). “Quando ero bambina lei era il mio confine/quando dentro era mia madre la terra che mi nutriva/ e fuori erano i limiti che lei tratteneva segnandomi la strada” (il mio confine). “Dentro questa crosta ci sono anch’io/…questo è lo spazio dove vivo” (L’ulivo). “La terra è lontana, una riga nera/sul limite del foglio/posso tornare o non tornare/io sono il limite/oltre il confine raddrizzo la schiena/per sentire la voce dei gabbiani”/(Lenzuolo liquido).
Che cos’è il confine per Rosa Montoro? E’ una linea che raccoglie l’esperienza interiore, quella del rapporto con la propria madre, una linea protettiva che isola in una relazione speciale, l’essere uno in due, più forti. E’ il recinto della campagna paterna, anch’esso uno spazio particolare dove delimitare il proprio rapporto col mondo e dove scegliere di restare o tornare: nella propria terra, nel luogo incantato di un’infanzia felice eppure non idilliaca, anzi, attraversata e ferita dal vento e dal fango. Sarno. Il senso del confine è anche quello della condizione umana, dell’essere uomini limitati nel tempo e in uno spazio di vita. Questo senso del limite si palesa evidentemente quando ci troviamo a cospetto della morte dei genitori, perdiamo quel filo che ci avvolge tenendoci attaccati a una storia e ci sentiamo più soli. Ma il riferimento di Rosa Montoro al confine è anche quello di voler andare oltre un limite: la linea grigia del quotidiano, la limitatezza di un orizzonte che disattende le aspettative e inchioda alla terra e si dispiega quando lo stupore del poeta coglie l’infinito e vola più oltre.
L’autrice ha pubblicato con l’editore Guida di Napoli nel 1997 in una collettanea dal titolo Nuovi narratori campani, e nel 2000 sempre con lo stesso editore, un racconto breve, Il silenzio della terra, a cui Dacia Maraini dedicò una puntata della trasmissione RAI Io scrivo tu scrivi.
Rosa Montoro è nata a Sarno e vive a Cava de’ Tirreni, laureata in sociologia, lavora in istituzioni pubbliche nell’ambito dei servizi sociali.
Nicla Iacovino