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    La storia delle Vie Crucis della Collegiata di San Giovanni Battista di Angri

    Già nel numero di maggio del 2012 di ANGRI80 Sergio Amato ha tratteggiato la storia dei quadri della Via Crucis che ornavano le colonne della Collegiata fino al terremoto del 1980.
    14 piccole tele, incastonate in preziose e raffinate cornici dorate, trafugate da ignote mani durante la forzata chiusura del tempio a seguito dei danni patiti con il terremoto.
    Oggi, grazie alla volontà dei fratelli Iovane, la Chiesa del Patrono si è arricchita di una nuova e pregiata serie di icone che, oltre ad essere un unicum artistico, potrà finalmente consentire di nuovo alle migliaia di fedeli che frequentano il tempio, di poter celebrare degnamente il sacro rito della Passione e Morte di Gesù.
    I documenti conservati nell’Archivio della Collegiata riferiscono dell’esistenza di una serie di Stazioni, probabilmente risalenti alla fine del ‘700, sostituite nella seconda metà del 1853 dalle tele trafugate dopo il terremoto. Autore delle icone ottocentesche è il pittore figurinista, come lo appellano le fonti, Luigi Capone di Maiori, già noto alle cronache del tempo per avere effettuato alcuni restauri nella Collegiata e nella Chiesa della Madonna dei Bagni, insieme ad altri parenti. La realizzazione delle Stazioni fu commissionata dall’Abate Francesco Saverio Tortora al Capone a fronte di un compenso di 100 Ducati, oltre la resa della precedente Via Crucis che il Capone rivendette al Parroco di Corbara Gaspare Tedesco per 19 Ducati. Purtroppo, nessuna descrizione ci è pervenuta della serie di Stazioni precedenti a quelle del Capone di cui, invece, esiste una documentazione fotografica che ha permesso di evidenziare la stretta analogia con le serie analoghe ancora oggi presenti nella Chiesa di San Francesco e nella Cappella dell’Addolorata di Maiori realizzate dalla medesima mano. Ma forse l’aspetto più interessante della Via Crucis del Capone erano le cornici, che non trovano riscontro negli esemplari di Maiori. Opera di ignoti artigiani o forse degli stessi Capone, erano raffinatamente intagliate; tuttavia, è noto il nome dell’indoratore a cui fu affidato il compito di impreziosirle: Nicola Zoppi.
    Le Stazioni del Capone vennero solennemente erette il 23 gennaio 1854 da frà Alfonso Maria da Padula o.f.m. e trafugate nel 1996, ma grazie alla documentazione fotografica esistente, auspichiamo ancora il loro ritrovamento.
    Giancarlo Forino
    Associazione PanacèA

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