Lo scorso 3 maggio, a Nocera Inferiore, presso il Convento di Sant’Antonio, si è tenuto l’ incontro-dibattito, con le associazioni territoriali, sull’emergenza ambientale connessa alla contaminazione del fiume Sarno, a causa degli scarichi nella Solofrana e Cavaiola, alla inadeguatezza dei depuratori, alla rete fognaria da potenziare. Una criticità che da decenni causa notevoli danni all’ambiente e probabile causa di malattie gravi.
Ne parliamo con Emiddio Ventre, impegnato animatore del comitato No Vasche, No Inquinamento.
Che cosa è emerso dal confronto con le associazioni?
Stiamo pensando di mettere in atto un’azione per rendere coscienti i cittadini del rischio salute legato alla Solofrana perché mi sono accorto che, nonostante ci siano persone che lottano per il bene comune, non sono consapevoli della gravità del problema.
La cosa più incredibile è che dai depuratori fuoriescono dei liquami rossi…
Si continua a discutere sulla causa dell’inquinamento delle falde di Solofra, ma nessuno si preoccupa degli effetti che sono e potranno essere ancora più devastanti perché il tetracloroetilene potrebbe arrivare alle sorgenti del Sarno che danno acqua a 800.000 persone. Il comitato si è confrontato, al momento, con il consigliere regionale Amabile, membro della commissione ambiente in merito alla grave situazione ambientale che parte da Solofra e finisce a Castellammare, dovuta soprattutto agli sversamenti abusivi e alla non corretta gestione dei depuratori e della depurazione. Abbiamo chiesto un appuntamento con l’assessore regionale all’ambiente Fulvio Bonavitacola ma al momento siamo ancora in attesa di essere convocati. Intanto ribadiamo il no alle vasche di laminazione previste dal GPS (Grande Progetto Sarno).
Perché il Comitato è contro il GPS? Un’opera di circa 217 milioni di euro già approvata dalla Regione Campania e che probabilmente sarà portata a termine nonostante l’iter della vostra denuncia al TAR e al Consiglio di Stato…
Basta osservare gli scarichi nel fiume a Nocera Inferiore, sembrerebbe acqua piovana, ma dal colore e dall’odore non si direbbe. Gli scarichi andrebbero a confluire nelle vasche di laminazione previste dal Grande Progetto Sarno, cioè fermarsi nell’Agro Nocerino ed essere assorbiti dal terreno, contaminare le falde, la catena alimentare e minare la salute delle persone, mille volte in più di quanto non avvenga già nella situazione attuale.
Va precisato che il GPS è solo un progetto di messa in sicurezza idraulica e non un progetto di disinquinamento del fiume Sarno; perché non utilizzare risorse finanziarie per disinquinare il fiume? È questa la nostra priorità! Inoltre le vasche non risolvono il problema della messa in sicurezza dalle frane, anzi, saranno opere murarie di contenimento che finirebbero con l’imbrigliare il decorso naturale delle acque favorendo piuttosto i disastri ambientali invece di prevenirli. Vorrei poi ribadire che la Valutazione d’impatto Ambientale è un falso in quanto parte dal presupposto che il fiume Sarno e la Solofrana siano fiumi incontaminati dove vivono trote anziché ratti e purtroppo questo non siamo riusciti a farlo capire al TAR e al Consiglio di Stato. È questo il motivo per cui abbiamo espresso alla Commissione Ambiente della Regione Campania le nostre motivazioni e preoccupazioni, cioè che il fiume più inquinato d’Europa non può essere confinato in delle vasche assorbenti, per cui è stato chiesto alla giunta regionale di rivedere la futura opera.
Restiamo quindi in attesa dell’incontro con l’assessore regionale all’ambiente…
Sì, Stiamo aspettando di essere ricevuti dall’Assessore all’ambiente della Regione, Bonavitacola, per sapere lo stato di revisione, ma qualcosa ci fa pensare che le vasche non saranno tolte dal progetto. Speriamo che il nostro intuito sia sbagliato!
Nicla Iacovino